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La storia di Beatrice

Beatrice è risalita in cielo il 15 settembre 2009 a soli 40 anni,  per un tumore gastrico ,lasciando   un  grande rimpianto  nei  due giovani figli Ilaria e Tommaso rispettivamente di 10 e 16 anni e in  un marito ancora troppo giovane per rinunciare al suo amore, alla sua presenza, alle sue attenzioni, al suo sorriso…

Perché  ho voluto creare “Il Sorriso di Beatrice”?

Ritengo che la VITA sia la capacità di riconvertire in atti d’amore per gli altri, tutto l’amore che si è ricevuto.

Beatrice è stata una moglie, una figlia, una sorella, un’amica ed una mamma
straordinaria.

Beatrice è stata un esempio di fede, ci ha insegnato quotidianamente che il vero senso della vita sta nel dare, nell’essere vicino a chi soffre, nella Carità, nell’Amore. Sempre impegnata nel sociale, come catechista della Parrocchia di Pieve e svolgendo attività per l’Oasi San Giacomo “Opera don Calabria” e per gli Stimmatini di Colognola ai Colli, non ha mai smesso di pregare e di confidare nella Misericordia e nella Provvidenza, neanche quando la malattia è tornata inaspettatamente per prendersi la rivincita…

Beatrice, ha sofferto con dignità, senza mai farci pesare particolarmente le sue paure, le sue angosce, i suoi dubbi.

Beatrice aveva voglia di VIVERE, ma un maledetto “mostro”  ha deciso diversamente e purtroppo  quel mostro quotidianamente continua  a fare il suo mestiere, il suo sporco mestiere…spezzando  il cuore e la vita di migliaia di persone e di famiglie.

Beatrice il 15 settembre 2009 ha messo le ali….perché un angelo in fondo lo è sempre stata.

Quanto alla vita, per quanto lunga o corta, luminosa o oscura, ridente o triste, resta pur sempre contaminata da quella sconcertante esperienza del dolore cui nessuna creatura sulla terra, purtroppo riesce a sottrarsi.

Ma l’uomo deve potergli andare incontro “alleggerito “ dal suo dolore, non schiacciato perché chi soccombe al suo dolore forse non ha amato abbastanza.

Il dolore non può essere solo sofferto. Il dolore va offerto.

Questa è la via per sconfiggerlo…e noi familiari ed amici di Beatrice, proprio attraverso l’Associazione il Sorriso di Beatrice intendiamo trasformare il nostro dolore in gioia e speranza per chi quotidianamente vive  questa terribile esperienza con il cancro.

Lo faremo con iniziative ed attività, lo faremo grazie ai vostri cuori limpidi, ci riusciremo se sapremo vedere il mondo con gli occhi di Beatrice, con la sua sensibilità,  con la sua dolcezza, con la sua determinazione, con il suo modo di affrontare e risolvere i problemi…con il suo coraggio, con il suo Sorriso, consapevoli che un sorriso non dura che un istante ma nel ricordo può essere eterno.

19 gennaio 2010 (ricorrenza del suo compleanno e presentazione ufficiale dell’associazione il sorriso di Beatrice Onlus)

“Beatrice non è morta, Beatrice è sola andata dall’altra parte del cielo, ma continuerà a vivere grazie all’amore della sua famiglia ed all’associazione Onlus “il Sorriso di Beatrice” un gesto d’amore voluto da familiari ed amici, un gesto d’amore per trasformare il dolore in solidarietà e speranza, un gesto d’amore per confermare che solo chi non ha amato abbastanza soccombe al dolore…”

                                                                                                                Rino Davoli

 

La Malattia

Luglio 2000…siamo in ferie in Calabria quando squilla il telefono ed una flebile voce ci informa che la gastroscopia eseguita all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar ha evidenziato dei problemi…

Ritorniamo a Verona immediatamente e scopriamo quello che nei sei mesi precedenti, nonostante ripetute gastroscopie ed inutili tentativi di dilatare una stenosi pilorica, non erano stati in grado di diagnosticare all’ospedale di San Bonifacio: Beatrice  non ha un ulcera, ha un cancro, un adenocarcinoma allo stomaco…

Il mondo ci crolla addosso e un’intera famiglia entra nel tunnel della disperazione. Improvvisamente la nostra vita cambia, la sensazione che si prova è indescrivibile, soltanto chi ha vissuto questa esperienza può comprendere lo stato di angoscia e paura che ti assale dopo una diagnosi di cancro.

L’8 agosto 2000, dopo una serie di esami, Beatrice viene operata all’ospedale di Borgo Trento: intervento riuscito e gastrectomia subtotale.

Il chirurgo non ha problemi nel dichiarare: il mostro purtroppo c’era da tempo…sicuramente da gennaio 2000…

L’istologico è impietoso, siamo arrivati tardi, il mostro è particolarmente aggressivo e infatti, dieci linfonodi risultano positivi.

Inizia un altro dramma, la chemioterapia con tutte le complicazioni per una giovane donna allora poco più che trentenne e naturalmente per tutta la famiglia (in primis marito e due figli di soli 18 mesi e  sette anni).

La chemioterapia sorprendentemente e miracolosamente fa il suo dovere e per tre anni si riaccende la speranza.

Tre anni soltanto… perché nel 2003 il mostro ritorna, questa volta alle ovaie.

Grazie alla dottoressa Musola ed alla sua scrupolosità e competenza, questa volta arriviamo in tempo e lo blocchiamo in fase preiniziale. Intervento in laparoscopia riuscito perfettamente, ma stavolta niente chemioterapia, l’istologico è negativo.

La vita riprende con le consuete angosce prima di ogni controllo. Tutto sembra ritornato alla normalità o quasi… con profonda fede ci affidiamo a Dio, a San Giovanni Calabria, a fratel Vittorino… pieni di fiducia e speranza. In questo particolare periodo possiamo contare su un amico veramente speciale: don Santino Laffranchini, un sacerdote dell’Opera don Calabria che si prende cura di noi amorevolmente e fraternamente.

Nel giugno 2008 esegue i consueti esami di controllo. La Tac eseguita all’ospedale di San Bonifacio questa volta evidenzia dei piccoli linfonodi nel mesentere ed una stenosi all’uretere. Nonostante la Tac nelle conclusioni non evidenzi recidive della malattia, ci preoccupiamo, ma al controllo all’ospedale di Borgo Roma veniamo tranquillizzati dall’oncologo che non riserva particolare importanza a questi piccoli linfonodi. Per precauzione a settembre 2008 Beatrice esegue un’ulteriore ecografia all’ospedale di  San Bonifacio ed anche in questo caso non si evidenziano recidive della malattia. Tutto sembra nella norma…

Tutto sembra… ma nel 2009 sorprendentemente il mostro ritorna e questa volta vuole la rivincita.

Nuova gastro a Negrar e nuovo impietoso e inaspettato referto: recidiva locale allo stomaco e carcinomatosi peritoneale. Si eseguono tutti i controlli del caso, gli organi sembrano indenni, ma ai precedenti referti si aggiunge la positività al pap test.

Ancora una volta rientriamo nel tunnel. Si opta per l’Ospedale di Borgo Roma, più comodo e vicino casa.

Gli oncologi si consultano e decidono ancora una volta per la chemioterapia.

Dopo i primi tre cicli e tanta sofferenza, a fine luglio si esegue la Tac di controllo che evidenzia una stazionarietà della malattia. La situazione non è peggiorata, ma neanche migliorata.

Nuovo consulto medico e nuova decisione, cambiano un farmaco, più precisamente rispolverano il vecchio protocollo usato nel 2000 che in fase adiuvante aveva dato ottimi risultati.

Ci permettiamo anche di scendere in Calabria per qualche giorno. Beatrice si riprende, inizia a mangiare, cresce tre chili, ritrova la forza e la voglia di lottare. Sembra rinata!

Il 24 agosto entra in ospedale per la quinta chemioterapia. E’ contenta, esclama: è la penultima, il 15 settembre (data presunta della sesta e ultima chemioterapia) se Dio vuole finisce tutto…

Non si riprenderà più, la fase fisiologica di spossatezza e inappetenza dovuta agli effetti collaterali della chemioterapia questa volta inaspettatamente non passa dopo i primi giorni, anzi, si accentua.

Intanto si complica la situazione con una trombosi venosa all’arto inferiore. Viene trattata con eparina, una al giorno per almeno un mese.

Beatrice è delusa, ha paura e continua a ribadire la sua voglia di vivere!

Domenica 13 settembre decidiamo di andare al pronto soccorso di Borgo Roma per verificare i motivi dell’affaticamento e dei problemi respiratori.

La ricoverano in oncologia, i medici dopo aver letto il referto dei raggi al torace si sbilanciano e parlano di un piccolo embolo polmonare causato dalla trombosi venosa.

Ci tranquillizzano e contestualmente approfondiscono, eseguono una TAC e dopo poche ore un giovane medico m’invita a seguirlo nella sala medica.

Il referto della Tac è terribile: il fegato è completamente invaso da metastasi, idem per l’apparato scheletrico rilevabile dalla Tac. Sono interessati anche altri organi, persino il versamento pleurico inizialmente considerato come non neoplastico, improvvisamente diventa cancro…

I medici appaiono imbarazzati, non capiscono cosa sia successo, le cellule sembrano esplose nel giro di pochi giorni. In questa situazione sopravvivrebbe al massimo due mesi, ma l’embolo purtroppo è più serio del previsto.

Le piastrine scendono a 41, il respiro diventa molto affannoso, le mettono l’ossigeno… probabilmente non supererà la notte…

Il mondo mi crolla addosso, scappo dall’ospedale senza una meta precisa, le lacrime bagnano velocemente il mio viso, penso a lei, ai nostri figli, ai nostri progetti, alla nostra vita, ai nostri sogni…

Ritorno in ospedale, la guardo nei suoi dolcissimi occhi, ma diversamente da quanto promesso, non riesco a dirle la verità.

Lei probabilmente capisce, ma ha voglia di vivere e non si arrende. Ancora una volta antepone la sua famiglia alla sua salute e, infatti, più volte con voce flebile esclama: i bambini, vi raccomando i bambini…

Viene sedata, le fanno la morfina, non parlerà più! Non sappiamo se riesce a sentire le nostre voci, probabilmente sì, io e sua sorella Sara le stringiamo le mani mentre dai suoi occhi scende lentamente una lacrima…

Martedì 15 settembre alle 16.40 emette l’ultimo lieve respiro e ritorna alla casa del Padre. Quindici settembre… proprio come aveva detto il 24 agosto riferendosi all’ultimo ciclo: se Dio vuole il 15 settembre finisce tutto…

Beatrice è morta, uccisa dal cancro, un maledetto cancro che probabilmente ha trovato dei validi e spero inconsapevoli alleati!!!

“In questo spazio, ho voluto descrivere l’evolversi della malattia di Beatrice in modo dettagliato e con riferimenti precisi al solo scopo di raccontare una verità assoluta. I fatti descritti non sono assolutamente smentibili. Fin dall’inizio anche per volontà di Beatrice abbiamo deciso di non adire vie legali per cercare eventuali responsabilità. Avere dei colpevoli non avrebbe aggiunto e tolto niente al nostro immenso dolore. Ritengo che chiunque abbia avuto delle colpe o responsabilità, ne risponderà  direttamente a Dio ed alla propria coscienza…

Resta il rammarico per non aver capito in anticipo che qualcosa non andava…il calo ponderale di circa 15 Kg ed il persistere di quella che veniva definita insistentemente ulcera doveva far sorgere dei dubbi che avrebbero dovuto essere motivo di approfondimento del caso. Certo col senno di poi è difficile ragionare, ma  cosa sarebbe successo se nel 2000 avessimo consultato prima altri specialisti???? Probabilmente oggi Beatrice sarebbe insieme a noi, probabilmente continuerebbe a sorridere ai tre doni più belli che Dio le ha regalato: Tommaso, Ilaria e Rino.”